Ancora luce, luce negli occhi – stavolta – perché càpita di leggere, rimuginare, imbattersi casualmente in cose lontane tra loro tenute insieme da un unico filo.
Lo sguardo colpito dalla luce piena, diretta, abbacinante tende ad affievolirsi e le cose a perdere di definizione. La compromissione della vista nel punto di massima illuminazione. Considerazioni sullo sfondo di una cifra stilistica inconfondibile, che declina i paesaggi immergendoli in una suggestiva monocromia lattiginosa, saturata da una persistente foschia che li scolora.
Scolorano i visi di Majorana e Pasolini, scolora il mare che idealmente lega i loro destini ultimi; un mare di memoria domestica e rassicurante, su cui si protende una lingua di terra fino alla linea d’orizzonte trattenendo il cammino e i passi che scivolano su un ordito sommario ed una materia impalpabile.
Scivola la navetta della luce laddove il tempo tesse le trame velate della memoria strappando all’oblio i luoghi e i volti. Oltre questo limite, tutto può andare perduto, o ritornare, se voluto e cercato. Un desiderio del ritorno, una nostalgia. La luce negli occhi è la luce del ricordo.
Dicono…