Potrei dire che non mi è piaciuta Irene, bambina che vive sotto il cielo in una stalla, misteriosamente gravida del mare greco dell’isola in cui è cresciuta insieme ad una famiglia di delfini, che racconta la sua inverosimile storia senza articolare né emozionare. E che invece mi è piaciuta la più fugace meteora delle ultime pagine, con un vecchio e una mandorla dolcissima al capolinea della vita. Ma così svelerei il nodo di tre racconti al posto di uno e il sottilissimo filo che li lega (esseri “anfibi”, salvati dalle acque e restituiti alla terra), la sensazione di storie non all’altezza delle aspettative, la fatica di arrampicarsi su pagine troppo rarefatte e sapienziali che non scorrono né narrano come saprebbero. La verità è che vorrei tornare a leggere il De Luca che eoni fa sapeva incidere addosso la sua scrittura: carezza dopo carezza, un’abrasione.
Erri De Luca
Storia di Irene
Feltrinelli, Milano 2013
Dicono…