Abbiamo a due passi da qui una mostra bellissima che aiuta a capire cosa fu il rinascimento per l’Italia meridionale, come esso arrivò dal mare e approdò nei suoi porti, con la “complicità” di case regnanti quali quella angioina e quella aragonese, ovvero di Francia e Spagna.
Altro che porti chiusi. Tra XV e XVI secolo furono cent’anni di melting pot incondizionato, e un viaggio – coincidente con l’allargamento degli orizzonti geografici e culturali dovuto anche alla “scoperta” del nuovo mondo americano – a cui essere solo grati.
La naturale propensione del Sud all’accoglienza permise di assorbire influenze, linguaggi e ogni possibile “altrove” veicolato da sculture, dipinti, miniature, oreficerie, maioliche, tessuti, libri, cartografie. E questa mostra ci fa capire cose straordinarie, dapprima attraverso i frutti dorati di una tarda stagione gotica che non ci aspetteremmo, ma poi raccontandoci come fu possibile che da Napoli capitale passasse tutto quel ben di Dio che siamo abituati a considerare “lontano”.
Ci passò l’arte fiamminga di van Eyck, Petrus Christus e van der Weyden, ci passarono artisti valenzani, catalani e maiorchini, vi si affermò un grande autoctono come Colantonio, maestro di Antonello da Messina. Ci passò tutta l’antichità possibile, sì che i fasti greco-romani riecheggiarono potentissimi nell’arco di Castelnuovo voluto da Alfonso d’Aragona. E ancora vi furono attratti – sempre grazie ai regnanti – Firenze e Donatello, la Toscana e Venezia, i Della Robbia e Mantegna, artisti bizantini in fuga da Costantinopoli (caduta nel 1453 nelle mani di Maometto II), ancora le Fiandre e ancora la Spagna.
Se non ci siete ancora andati, in questa Matera capitale europea della cultura 2019, fatelo.
Scoprirete di avere dietro casa Vivarini, Bellini, Cima da Conegliano, Lorenzo Lotto o Paris Bordon o fior di artisti modernissimi che si formarono a Roma direttamente con Raffaello e Michelangelo.
Puglia e Basilicata rinascimentali (a parte il fatto che Matera era Terra d’Otranto) dovrebbero occupare interi manuali di storia dell’arte, però intanto fino al 19 agosto ci sono più di 200 pezzi meravigliosi a Palazzo Lanfranchi, a ricordare ai nostri tempi bui e confusi che «per essere, bisogna essere stati», ma anche che per leggere come si deve i fatti di una storia acquisita come “marginale” è necessario un cambio di prospettiva all’interno della dialettica “centro-periferia”.
E che l’ignoranza – oggi – è una scelta di cui assumersi la responsabilità.
fino al 19 agosto 2019
Rinascimento visto da Sud. Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra ‘400 e ‘500
a cura di Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana, Dora Catalano
Matera, Palazzo Lanfranchi
piazza Pascoli, 1
http://www.musei.basilicata.beniculturali.it
Dicono…